Il corpo di argilla, di mattoni cotti e di mattoni crudi. Non sono uno scultore e proiettare le fotografie scattate in fornace su un corpo nudo mi ha permesso di creare e reinterpretare le “forme” della scultura.
L’argilla naturale che da sostanza, il segno dei battistrada delle ruspe che costruisce un’ossatura preistorica, i mucchi di mattoni crudi e cotti che rispecchiano le infinite componenti di un corpo con le proprie solidità, le fratture, gli spazi vuoti.
Non è l’idea del Golem visto come il gigante di argilla a cui manca un’anima, ma il contrario: l’anima che si muove verso l’esterno e mostra i suoi aspetti più intimi, fragili, a volte refrattari, duri ….
Un grazie enorme a Elisa.